Testimonianza 

L’abbraccio del Padre

L’affannosa ricerca della Pace interiore mi ha portato, dopo due anni e mezzo di sofferto e doloroso pellegrinare, a partecipare al convegno tenuto da Don Cesar il 4 e 5 novembre avente ad oggetto ” Perdono: cardine della guarigione interiore”. 
Perdono, perdono, perdono… la mia anima assetata di pace ardeva dal desiderio di riceverlo ma non riusciva a trovarlo…
Il 16 marzo 2015, un lunedì piovoso, mio padre, dopo una lunga e dolorosa malattia morì ed io fui trafitta da un dilaniante senso di colpa. La sera antecedente alla sua morte, prima di andarmene, mi accorsi che il campanello d’allarme era rimasto sul cuscino dopo la flebo ma lo lasciai dov’era senza appenderglielo. Pensai che il personale di turno, che alle 20:00 avrebbe dovuto somministrargli il medicinale, nel sistemargli il letto che avevo lasciato con lo schienale un po’ alzato, lo avrebbe appeso sul triangolo di supporto. Nel parcheggio dell’ospedale provai un senso di colpa nel lasciare mio padre solo, chiamai mia madre ma pure lei, come mio padre stesso, mi disse di tornare a casa che la mattina seguente sarebbe andata da lui fino al mio arrivo. Mi convinsi e rincasai con una strana pesantezza nel cuore. Quella fu l’ultima volta che vidi mio padre vivo. L’indomani alle 05:30 squillò il telefono: mio padre era deceduto…
Un senso di vuoto ed un dolore mai provato prima d’allora si impossessarono di me. Non potevo credere che non avrei mai più potuto abbracciare mio padre, non riuscivo ad accettare tale realtà. Mi aveva abituato a sovvertire tutti i nefasti pronostici tornando sempre da noi, sempre più provato ma sempre da noi. Quando andai in camera per prendere ciò che gli apparteneva vidi sul comodino la medicina che avrebbe dovuto prendere alle 20:00. In quel preciso istante mi sentii gelare il cuore, rimasi impietrita perché un senso di colpa devastante mi travolse: e se non avesse potuto chiamare aiuto perché non gli appesi il campanello? Dal quel momento mi sentii responsabile della sua morte. Il mio cuore si chiuse in una profonda amarezza. Confessavo e riconfessavo questa mia omissione ma nessuna assoluzione metteva a tacitare questo senso di colpa che mi divorava, che mi schiacciava come un macigno, un peso enorme, insostenibile… Così la vita iniziò scorrermi addosso ed io smisi di viverla. Mi sentivo indegna in quanto responsabile d’averla tolta al mio adorato padre…
Durante la catechesi di Don Cesar le sue parole iniziarono a scalfire questa granitica durezza del mio cuore; mentre le lacrime solcavano il mio volto piano piano iniziavo a slegare questo legame di morte che attanagliava la mia anima. Ma fu durante la preghiera comunitaria che un terremoto spiritale fece cadere le resistenze all’appello del Signore di lasciare amare e di liberarmi da tutti i sensi di colpa. La parola annunciata da Don Cesar di un padre che veniva ad abbracciare, assieme al Padre Celeste, la figlia che non era riuscita a chiedergli perdono prima della sua morte mi trapassò il corpo come una scarica elettrica. È difficile spiegare a parole cosa provai… avrei voluto gettarmi tra le braccia di quei padri di famiglia che prestavano le loro braccia al Padre Celeste per stringere a sè tutti coloro che lo desideravano ma non ne ebbi il coraggio perché ancora mi sentivo indegna. Il Signore, nella Sua infinita bontà, non lasciò che questo desiderio rimanesse inesaudito e fece sì che nell’abbraccio di Don Cesar potessi avvertire tutto il Suo Amore di Padre… Con il cuore sperimentai il calore del perdono e della misericordia di Dio; in quel momento mi sentii amata, avvertii la presenza reale sia di mio padre che del Signore, sentii sciogliersi nel cuore tutte le mie resistenze. Piansi tanto e in quel pianto catarticamente il senso di colpa iniziò ad allentare la sua morsa per lasciare il posto ad una sensazione di pace. 
Benedico, lodo e ringrazio il Signore per questa grande Grazia! Per avermi fatto incontrare Don Cesar e tramite lui per avermi riconciliato a Sè e con me stessa! 
Con il mio vissuto desidero testimoniare come il Signore abbia fatto di me una “nuova creatura”, quanto meraviglioso sia sentirsi amati da Lui e come la vita acquisti una dimensione del tutto diversa… 
Ora comprendo l’immensa Grazia della Paternità Celeste: un’esperienza unica della reale presenza del Signore in me e con me e che mi porta a ringraziarLo per avermi donato sulla terra un padre così speciale e per avermi stretta al Suo immenso ed infinito Amore. 
Rinfrancata e fortificata nella fede da questo abbraccio posso ora continuare il percorso di guarigione interiore mano nella mano del mio Padre Celeste, sicura che mai sarò sola. 
Nel mio cuore alberga ora un profondo senso di Pace, una Pace che mi permette di vivere il presente riconciliata col passato. 
Don Cesar la ringrazio di cuore per avermi permesso di vivere questa grande Grazia dell’esperienza del Perdono, accogliendone in me il Dono. 
Grazie! Che il Signore la benedica e l’accompagni nella sua missione!

Katja